Non ricordo il giorno in cui venni a conoscenza della figura di Franco Freda, probabilmente fu tramite la ‘Disintegrazione del sistema’ o attraverso qualche video sul processo di Catanzaro. Una mente affascinante, lucida, miticizzata da qualche racconto specifico ma comunque culturalmente interessante. Di Ventura, invece, ben poche notizie: sappiamo fosse amico dell’Editore, ricordo la deposizione proprio al processo di Catanzaro, ma null’altro.
Fortuna volle che vennero in soccorso a noi ricercatori della verità le sorelle Valerio, Anna e Silvia, rispettivamente moglie e cognata dell’Editore. Due scrittrici già note per altri testi che attraverso un italiano forbito e mai noioso ripercorrono, in maniera romanzata, la passione di Freda e Ventura, la lotta contro quel sistema che si rivelò forte nelle sanzioni ma debole nelle idee. Fu così che contattai la più piccola delle Valerio, Silvia, facendomi raccontare del romanzo dal titolo ammiccante, “Non ci sono innocenti”, edito proprio da Edizioni di Ar. Continua a leggere