C’era una volta un presidente

“Verginità e trasgressione: il miracolo di vita, scrittura e ribellione di una ragazza neanche ventenne” – Marcello Veneziani

Un libro vigile vero veloce. Versatile velenoso vivace. Visionario vibrante violento. Un libro vergine.

Prezzo: 9.00 euro
Editore: Vallecchi
ISBN: 978-88-8427-151-8

 

C’era una volta un presidente. Ius primae noctis. (Vallecchi editore)
C’era una volta… Un re! Diranno subito i miei piccoli (medio-piccoli, pardon) lettori. Anzi, no! Mi interromperanno. Perché lor signori sanno bene che al giorno d’oggi non si può fare iniziare così una storia. Al giorno d’oggi, proprio non va, proprio non si può. Nemmeno una storia d’amore. Nemmeno se la lei in questione ha diciotto anni ed è vergine. E allora? Embè? E allora, queste sono le pagine del diario intimo della signorina, potrete leggerne avventure e disavventure amorose….

Silvia Valerio
Scende portata dalla cicogna circa diciotto anni fa, e ama subito le storie di fate e le leggende greche.
Inizia un quaderno di poesie infantili molto convinte e ci affianca un più intonato divertissement satirico.
Lascia temporaneamente queste graziose occupazioni per dedicarsi alle cose più serie che le riserva la (d)istruzione primaria.
Va al liceo classico, credendo di respirare l’aria di Atene, o per lo meno quella di Tebe.
Ingenua.
Adesso ha ripreso le occupazioni originarie e nel tempo libero pratica antropologia, cura il proprio hortus conclusus, e ha una collezione di disincanti.

E’ possibile acquistare il libro scrivendo a: info@libreriaar.com

Questa voce è stata pubblicata in libri. Contrassegna il permalink.

63 thoughts on “C’era una volta un presidente

  1. il tuo libro mi è piaciuto moltissimo. credo che tu abbia veramente tantissimo talento. in bocca al lupo per il futuro!

  2. Non capisco.
    Tutta questa gente che ti abbaia contro in tv e sulla rete.
    Tutti fissati sulla questione Iran e Ahmadinejad, da lì non si smuovono.
    In realtà, se LEGGESSERO TUTTO il tuo libro, avrebbero un sacco di altri motivi per attaccarti!
    (come dire: “se tutti quelli che parlano male di me sapessero cosa penso io di loro, parlerebbero di me ancora peggio”)
    Hai scritto un ironico e spietato inno al buongusto. Non ti smentisci.

  3. “Un ironico e spietato inno al buongusto”, sottolineo e condivido la perfetta espressione coniata da Antheia.
    Peccato che per buongusto gran parte degli italiani intendano pasta e grandi firme, e non più il ‘buon’ parlare e il ‘buon’ argomentare, che è il vero grande prodotto tipico locale. Il popolo ha perso il coraggio di essere intraprendente, e così di è passati dalla prova del fuoco, alla più famosa ‘prova del cuoco’.
    E poi si lamentano che è tutto un magna magna…

  4. Non ho una gran padronanza della lingua. Non ho nemmeno letto il libro e nemmeno intendo leggerlo(non perchè io parta prevenuto ma soltanto perchè non leggo questo genere di libri). Mia madre è persiana. Non nego che una rabbia iniziale mi è anche venuta leggendo ciò che la scrittrice afferma(la storiella sulla verginità per intenderci. Mi è sembrato davvero un subdolo modo per ottenere visibilità). Leggendo l’intervista(una giornalista che dice che le donne iraniane sono oppresse per “tradizione”…) ho forse capito l’intento. Un ulteriore vano tentativo di scrollare gli animi delle nuove generazioni? Provocazione? Un voler far riflettere? Capisco la crisi di identità della nuova generazione. La vedo ogni giorno. C’è bisogno di ricorrere ad ahmadinejad per farlo capire? Ah gia, oggi lui è l’icona del male. Basta guardare la storia per capire che forse egli è solo il risultato di eventi poco chiari, scappati di mano ai veri cattivi e in un luogo sottoposto a una bassa attenzione dei media. Ma oggi la gente vede lui(non so quanto israele sia molto piu buono…). Quel che davvero più mi preme è il ricorrere a un personaggio che ha sparso sangue e violenza , uccidendo e torturando ragazzi (ragazzi come noi) per imporre un sistema che con la cultura iraniana non c’entra proprio niente. Bhe questa nuova scrittrice il suo obbiettivo l’ha raggiunto se, anche un ignorante come me, ha saputo di lei. Miraccomando non non di dica mai nulla su Adolf Hitler. Li davvero si oltrepasserebbe il limite. Si andrebbe oltre le “libertà negate per tradimento” se il riferimento è quello. Si faccia pure delll’anticonformismo ma sempre stando sui binari.

  5. un libro semplice mente fantastico. è divertente, ironico, diverso dalle squallide pippe che ti rifilano di solito gli AUTORI EMERGENTI. ci tenevo a farti i miei complimenti più sinceri. :)

  6. Silvia Valerio è la giovinezza nel suo senso profondo, non anagrafico.
    Di lei e di altri giovani il mondo ha più che mai disperato bisogno. C’è da ben sperare!
    Heil!

  7. Sentendo la tua storia mi hai fatto venire in mente un passo di Seneca che lessi un paio d’anni fa. Si tratta delle Epistulae morales ad Lucilium, in un passo in cui parla del viaggiare, che in questo contesto può essere inteso come una metafora più ampia della condizione umana.

    E’ un pensiero comune che la lontananza dal luogo in cui si vive possa arrecare benefici all’animo. Questo perchè siamo convinti che i motivi delle nostre insoddisfazioni provengano dall’esterno, e dunque riteniamo che cambiando luoghi e persone senz’altro muterà anche la nostra condizione interiore. Niente di più sbagliato.

    Lucilio scrive all’amico Seneca e si dice stupito del fatto che i suoi viaggi non gli siano serviti per eliminare la tristezza che lo affligge. Seneca gli risponde: “Devi cambiare d’animo, non di cielo. Puoi anche attraversare il mare, i tuoi difetti ti seguiranno ovunque andrai. [….] Perché ti stupisci, se i lunghi viaggi non ti servono, dal momento che porti in giro te stesso? Ti incalza il medesimo motivo che ti ha spinto fuori di casa, lontano”. A che può giovare vedere nuovi paesi? A che serve conoscere città e luoghi diversi? E’ uno sballottamento che sfocia nel vuoto. Domandi come mai questa fuga non ti è utile? Tu fuggi con te stesso. Devi deporre il fardello che grava sul tuo animo, altrimenti prima non ti piacerà alcun luogo. […] Vai di qua e di là per scuotere il peso che ti sta addosso e che diventa ancor più fastidioso in conseguenza della tua stessa agitazione. […] Qualunque cosa tu faccia, la fai contro di te e con lo stesso movimento ti arrechi un danno. […] Ora non viaggi, ma erri e ti lasci trasportare, passi da una località all’altra, benché ciò che cerchi, il vivere secondo virtù, si trovi in altro luogo. […] chi non sa di sbagliare, non vuole neppure correggersi; conviene dunque che tu ti sorprenda in errore prima di cominciare a correggerti. […] Orbene, per quanto tu puoi, metti te stesso in stato di accusa, inquisisciti, sostieni prima il ruolo di accusatore, poi di giudice, e da ultimo, di difensore. Talvolta sii duro con te stesso.”

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>