In questi mesi se n’è sentita dire di tutti i colori. Quale colore le manca ancora o la tavolozza delle offese altrui è completa?
«Ahimè, non ci sono più i colori di una volta. Per esempio, se me ne avessero dette di tutti i colori, ma almeno ‘con juicio’, adesso avrei qualche grazioso tocco da poter dare nella mia cameretta, che so, un bel verde-di-rabbia, un giallo-invidia acceso, un nero-fumo, un grigio-topo. Ma mi sa tanto che hanno usato acrilici e acredine, e io sono contro l’impiego di sostanze chimiche e psichiche che danneggiano l’ambiente».
Ma dov’era nascosta Silvia Valerio prima del boom?
«Nella città del Santo e dei bevitori, Padova, a studiare leggende».
Chiambretti in tv le disse ‘Se lei è vergine, allora io sono un watusso’. Lei poi, la prova della verginità, l’ha data sempre in tv dalla d’Urso previa visita medica. Che dice, si saranno convinti?
«Convinti? Vinti? Avvinti? Mah, chi può saperlo. Per sfortuna e stranamente, oggigiorno l’hobby preferito di alcuni è quello di mentire e smentire. E pur di non ammettere certe scomodità, certe verità, e certe verginità, riuscirebbero a mettere in discussione perfino l’esame scientifico. Vivere per raccontarsela – sarebbe un buon sottotitolo, prendendo ispirazione da un Garcìa Màrquez. Comunque, su una cosa possiamo andare sul sicuro: l’altezza media italiana. Che sarà in netto rialzo data la forte e improvvisa ondata di watussi del 2010».
Parliamo (finalmente) del libro. Lei è soddisfatta del risultato? Commenti/critiche che ricorda con più piacere/dispiacere?
«Risultato di quale operazione? Ecco, mi pare troppo aritmetico come termine, e dato che non ho mai avuto grande predisposizione per il ramo, preferisco usare civetterie materne in proposito. Dunque: della mia creatura sono soddisfatta eccome. È un bel figliolo, e molto simpatico… Ma forse non dovrei parlarne io. Mi appello a quel gentile signore che l’ha descritto come “la denuncia più allegra dei peccati del Duemila”. E in effetti “ghignare per non piangere” potrebbe essere il motto riassuntivo».
A chi non ha letto il suo libro per ovvi pregiudizi, come spiegherebbe il messaggio che vuole/voleva lanciare?
«Un’ode goliardica ed erotica alla Libertà. Libertà vera, non per finta; libertà non mediata e mediatica; libertà non ruffiana e populistica; libertà non prêt-à-porter; libertà non specchietto per le allodole. Libertà semplicissima e schietta, dunque forse anche ruvida, di dire fare e pensare, e soprattutto, di non dire quello che ci impongono di dire, di non fare quello che si usa fare, di non pensare quello che è obbligatorio pensare. Certo, per essere liberi, bisogna liberarsi anche dei pregiudizi…».
Oltre la verginità, lei ha un grande cervello. Su cosa lo impegnerà prossimamente?
«Ah, è un tizio molto impegnato, quello! Adesso è tutto preso da una lunga satira di costume scostumata, nel senso del solito spirito socially ‘scorrect‘. E poi ha in agenda vari altri lavori mentali part-time».
Dal sito www.telegiornaliste.com
Heideggeriana Silvia (nel senso dei ‘sentieri interrotti’ e della ‘radura’), il ‘terribile è avvenuto’ (sempre per stare con Heidi): ho letto la tua ‘libretta’ (e non ho compulsato, salvo che per stralci web, quello della sister-in-act: di lei ho letto qualcosa di più ‘filò’). Brava! Piccole Valerio crescono… mi è piaciuto molto come hai saputo tenere il filo dei tuoi vogliosi voli pindarici (in alcuni punti hai toccato le vette – l’inizio e la finale, per dire, sono al fulmicotone: dei fulmini ‘ovattati’).
Per chiosare (e parafrasare) le terga (del pamphlet), direi: un libro ‘pompiere’, pampini e ponpon, non pomposo e ‘no pampers’, pimpante, ‘no pippe’, un libro ping pong (tra Es, eros ed ethos: no thanatos).
P. S. A proposito di Sé, Es et similia, se vuoi, leggiti il mio, recentissimo, “Prendi la PNL con Spirito!” (anche se talvolta non ti piacerà, c’è pure qualcosa della tua weltanschauung e stimmung…).
Sempre molto intelligente, curiosa della vita e di quello che c’è intorno, cara Musa Silvia. Viva la goliardia, l’erotismo sano e la Libertà. Volevo sapere cosa salveresti della città di Padova e quando uscirà un tuo nuovo pamplet. A presto, Patrizio
Ciao,
è una strada tortuosa quella che hai intrapreso… e diventerà pericolosa se e quando
la gente imparerà ad ascoltarti.
… ti penserò, ti leggerò e nel mio piccolo proverò ad aiutarti.
Un abbraccio
Silva