Quando le ho chiesto di trovare una sua alter ego letteraria, Anna mi ha rimandata alla protagonista femminile del romanzo ‘Gli incendiati’ di Antonio Moresco. E non posso non dare ragione a questa ragazza di fuoco con cui ho l’immensa fortuna di condividere la vita e la scrittura di un romanzo. Perché lei è intensa, coraggiosissima, inesauribilmente viva dalla punta delle ciglia alla curva del piede. Perché, con le parole del nostro comune amato Gómez Dávila, lei ha “la durezza della pietra e il tremito del ramo”.
È sulla meraviglia della poesia che ho voluto interrogarla, a distanza di una regione: di quella poesia che studia appassionatamente da tempo cercandone gli esiti migliori.
In questo mondo frenetico e ottuso, forse è proprio la breve perfezione del verso, che non implora nulla, che non falsifica nulla, il luogo ideale da cui possiamo avvicinare il segreto (e imparare il coraggio) della “vera giustizia”.
“La mano che non ha saputo accarezzare non è in grado di scrivere”, sostiene sempre Gómez Dávila. Sono certa che le risposte di Anna siano state scritte dopo varie carezze a piccoli riccioli color rame.
Anche questa è poesia. Continua a leggere