Neanche fosse la fine del mondo

29-neanche-fosse-la-fine-del-mondo-1Eccoli: Caro e Cara. Li ritroviamo nel salotto di casa loro. Caro è in ciabatte; lei, plausibilmente, lo stesso. Sono una coppia (cinquantenne?) che dell’amore conserva solo alcune foto in vecchi album, che il desiderio non sa (più?) cosa sia, che vive senza slancio, senza generosità, senza entusiasmo, senza motivo. Una coppia come tante.

Per fortuna in giro si dice che entro pochi mesi arriverà la fine del mondo…
È questa profezia, una delle fake news che le leggi del marketing impongono di mettere in circolazione, a ridare il ritmo a un’umanità che di umano non ha più niente. Un ritmo incalzante pazzo di paura, pazzo di tremenda sincerità. Un ‘liberi tutti’ dove le maschere improvvisamente cadono. Ed è la “trasvalutazione di tutti i valori” e la “genealogia della morale” insieme, è un grido assordante (Dioniso, Cristo, Munch, un pazzo, o uno sconosciuto calpestato in una sala-conferenze che potrebbe somigliare alle nostre discoteche?) e il pianto soffocato nel cuore di un moribondo. È oggi, ieri o domani, o tutto il tempo concentrato in quel grido? È dolore e basta? È ferocia e basta? È fantasia e basta?

Questo racconto sublime e inquietante è la danza di chi salta sopra le corna dell’umanità – e non è detto che non sia esso stesso un grido, scandito in capitoli, senza (consolazione) morale.

Titolo: Neanche fosse la fine del mondo
Autore: Silvia Valerio
Collana: Il Cavallo Alato, Edizioni di Ar 2019
88 pp
9 euro

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Questionario proustiano sulla scuola #28. Donadon: “Riavvicinare istruzione e vita vera” – pubblicato su Barbadillo.it

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Riccardo Donadon è uno degli imprenditori più innovativi del panorama italiano contemporaneo. Classe ’67, affamato delle novità che porta il mondo di internet, negli anni ’90 contribuisce a creare il primo centro commerciale virtuale italiano (il Mall Italy Lab) e una delle società più importanti nell’ambito dei servizi internet (E-TREE), entrambi ceduti con successo (a Infostrada e al gruppo Etnoteam). Nel 2005, dà vita alla sua creatura più famosa, H-FARM: una fucina di servizi digitali d’eccellenza che è anche incubatore e facilitatore di nuove idee, un luogo immerso nel verde biondo della tenuta di Ca’ Tron, di fronte alla laguna di Venezia, dove chi ha un progetto che viene riconosciuto speciale può trovare assistenza, collaboratori ed essere seguito sul versante pratico-economico. H-FARM, in più, propone delle formule innovative di formazione pensate per i giovanissimi. Oltre a una messe di laboratori e corsi speciali volti a sviluppare le competenze creative, digitali e multimediali dei ragazzi, all’interno di H-FARM è nata H-International School: un percorso scolastico che copre gli anni dalla scuola materna fino alle superiori ed è pensato per spingere i bambini a sviluppare i propri talenti e crearsi le competenze più necessarie alle esigenze di oggi. Capacità di muoversi nel mondo, autonomia, iniziativa, creatività, serenità, nozioni digitali, insegnanti internazionali, rispetto della natura – sono le parole d’ordine della scuola, oggi presente in quattro sedi: a Roncade (TV), Rosà (VI), Vicenza e Monza.
Donadon è stato presidente fino al 2015 dell’associazione Italia Startup; dal 2013, fa parte dell’Advisory Board di Unicredit e dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Nel 2016, viene designato legale rappresentante del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in seno al Consiglio di amministrazione della Fondazione Università Ca’ Foscari, e, dal 2017, è anche socio dell’Ateneo Veneto.

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Questionario proustiano sulla scuola#27. Gian Mario Villalta: “Dialogare con il mondo” – pubblicato su Barbadillo.it

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Gian Mario Villalta, friulano, è nato nel 1959 e dal 1984 insegna al Liceo Scientifico “Ettore Majorana” di Pordenone. È poeta, autore di racconti, romanzi e opere saggistiche. Dal 2002 è direttore artistico del festival letterario Pordenonelegge, uno degli appuntamenti culturali più rilevanti d’Italia. Dal 2013 presiede anche la giuria del Premio Castello di Villalta Poesia, per la diffusione e la riflessione sulla cultura poetica italiana.

Le parole di Villalta sono affezionate alla sua terra: in versi o prosa, si propongono di mostrare la vita, la bellezza, la forza sotterranea, i sentimenti rinchiusi e gli sconcerti di quel Friuli troppo poco conosciuto.
I suoi ultimi libri sono L’isola senza memoria, Laterza, 2018, in cui racconta la vicenda, a lungo taciuta, degli oppositori di Tito deportati nell’isola di Goli Otok, in Croazia (trentamila detenuti politici e quattromila morti per torture o pestaggi), e Bestia da latte, SEM, 2018: qui le parole sono per descrivere gli anni del passaggio dal Friuli contadino al Friuli industriale, la violenza intima, plumbea, che scorre nelle vene del popolo, e la fatica di crescere soli, troppo soli.  Continua a leggere

Questionario proustiano sulla scuola #26. Ongaro: “Meno latino, più economia e scienze”

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Dopo aver lavorato dal 2000 al 2007 come medico degli astronauti per l’Agenzia spaziale europea (ha sviluppato anche il programma nutrizionale di Samantha Cristoforetti), per corpi militari d’élite e atleti di alto livello, Filippo Ongaro ha messo a frutto la sua competenza e l’esperienza maturata in contesti ‘estremi’ per migliorare la vita di tutti. Si è concentrato su alimentazione, attività fisica, atteggiamento mentale, riposo, indicando le strategie più adatte per far sì che ognuno trovi il proprio bilanciamento ideale, assapori una salute piena e una vita lunga e felice. Ongaro è divulgatore, autore di numerosi best-seller (tra cui Mangia che ti passa, Piemme, 2011; Mangia che dimagrisci, Piemme, 2012; Fino a cent’anni, Ponte alle Grazie, 2016), il primo medico italiano certificato in medicina anti-aging e medicina funzionale in USA, coach certificato in comunicazione strategica e problem solving dal Centro di Terapia Strategica diretto dal prof. Nardone e Strategic Intervention coach certificato dal Robbins-Madanes Training Center degli USA. Seguito da centinaia di migliaia di persone sui social, Ongaro è ospite frequente di trasmissioni radiofoniche e televisive nazionali ed estere. Vive e lavora in Svizzera con sua moglie e suo figlio. Per sua scelta, non si dedica più all’attività clinica, lavorando esclusivamente come coach e come CEO della sua azienda.
Una vita a pieno – questo è l’obiettivo che Ongaro propone al mondo, e anche il titolo del suo ultimo libro, uscito per Roi Edizioni, in cui indica le pratiche per potenziare la salute e la gioia del corpo e della mente, spaziando dagli esercizi fisici alle neuroscienze, e spingendoci a uscire dall’angolo grigio in cui ci incastra la quotidianità moderna. Perché il tempo è un regalo troppo prezioso per non capirne la grazia e non decidersi a farne tesoro.
www.filippo-ongaro.com

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Questionario proustiano sulla scuola#25. Anna Oliverio Ferraris: “Educare alla complessità” – pubblicato su Barbadillo.it

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Anna Oliviero Ferraris è una delle voci più autorevoli del panorama scientifico italiano in tema di educazione, adolescenza, famiglia, formazione, relazioni tra giovani e adulti, rapporto con i mezzi di comunicazione, meccanismi sociali della contemporaneità. Si occupa di psicologia dagli anni sessanta, assistente alla cattedra di Psicologia Sperimentale dell’Università di Torino. La sua carriera accademica l’ha poi portata, tra vari incarichi, a ricoprire quello di professore ordinario di Psicologia dello Sviluppo a Roma. Intervalla l’attività universitaria con l’impegno di relatrice in numerosi convegni nazionali e internazionali, è autrice di saggi divulgativi e testi scolastici, dirige la rivista Psicologia contemporanea e collabora con magazine e quotidiani, scientifici e divulgativi. È stata membro della Consulta Qualità della Rai e del Comitato Nazionale di Bioetica. La sua pubblicazione più recente è Tutti per uno (Salani 2019), un romanzo sui tormenti e le meraviglie dell’adolescenza e la ‘vita nuova’ che si schiude da questo misterioso passaggio.   Continua a leggere

Questionario proustiano sulla scuola#24. Brunilde Neroni: “Recuperare il metodo Gentile” – pubblicato su Barbadillo.it

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Brunilde Neroni nasce a Ripatransone, in provincia di Ascoli Piceno, e fin da piccola è poeta: per la sua vita adulta vuole giardini da curare e libri da scrivere. Da grande continua a dedicarsi alle poesie, diventa italianista, orientalista, impara il sanscrito ed è traduttrice di Tagore e di altri classici del mondo orientale – Gandhi, Druon, Kabir e Tukârâm -, che le vengono pubblicati dai maggiori editori italiani. Nel 2008, viene premiata come messaggera della cultura orientale in Occidente con la Ruota dell’India, la massima onorificenza indiana. Collabora con riviste di letteratura e società (Studi NovecenteschiIl Messaggero di Sant’Antonio), dove parla di spiritualità o insegna una ricetta della sua famiglia – come tutti i poeti, conosce la vera distanza (minima) tra l’altissimo e il semplice, la vitalità misteriosa di un pugno di farina e acqua che si trasformano. Ha insegnato a grandi (da italianista all’Università di Padova) e piccoli (come maestra elementare), con una netta preferenza per i piccoli, meno inquinati, meno alterati, più vicini alla poesia delle parole e dei giardini. E i giardini, come scrisse il vecchio Kabir – mistico medievale di Benares di cui Brunilde ha tradotto da poco una raccolta dal nome bellissimo: Canzoni dell’amore infinito –, non richiedono necessariamente molto spazio in cortile: “Non andare nel giardino fiorito!/Amico, non andarci./Il giardino fiorito è dentro di te./Siediti sui mille petali del loto,/contempla la Bellezza Infinita.” 

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