Suvvia, diciamocelo. Il fatto che sia uscito il nuovo film di Star Wars, e poi Revenant, ormai non ci dà più emozioni. Ormai non ci fa più caldo né freddo andare al cinema e stare per due tre ore davanti a galassie luminose, mostri orripilanti, armi sfolgoranti, battaglie epiche al largo dei bastioni di Orione, come diceva il buon vecchio Roy Batty, sangue come se piovesse e orsi di tre metri – lo facciamo per educazione, per non perdere un’abitudine che ci fa ricordare quando eravamo piccini e al cinema andavamo con babbo e mamma. Sprofondiamo nelle poltrone, i pop corn in una mano, guardiamo benevoli gli sforzi del direttore della fotografia e dei tecnici responsabili degli effetti speciali e in segreto pensiamo a quando sarà finito. A quando potremo tornare fuori a farci dare una scossa, a farci stupire davvero.
A quando potremo riaprire un giornale. Continua a leggere
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Questionario proustiano sulla scuola #16. TERESA DE MONTE. La salute parte dalla scuola – pubblicato su Barbadillo.it
Tecnologie, velocità, progresso – eppure, quanto si è allontanata la nostra società dalla salute? Quanto si è fatto artificioso il nostro rapporto con gli aspetti più naturali del vivere: il sonno, l’attività fisica, l’alimentazione, il sesso? Non sarebbe forse più sano fare marcia indietro, a quando i ragazzini di dieci anni non avevano ancora i cellulari che facevano foto in alta definizione ma sapevano cos’avrebbero voluto fare da grandi?
Teresa De Monte appartiene a quella categoria di medici che esercitano la professione ancora per sincero idealismo. È chirurgo, pediatra e specialista in Scienze dell’alimentazione e negli anni ha approfondito gli aspetti più originari della medicina: a Pune, in India, ha studiato le tecniche antichissime dell’Ayurveda e per i suoi pazienti usa di preferenza i rimedi omeopatici. È referente regionale della SIOMI (la società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata), docente alla scuola di Omeopatia di Udine e, dal ’72, infermiera volontaria della Croce Rossa Italiana. Scrive per riviste specialistiche e divulgative, tiene rubriche su siti legati alle tematiche dell’infanzia (qui i suoi articoli per Pianetamamma), e ha pubblicato diversi libri, di cui gli ultimi sono: La musica – linguaggio dei cieli, Il riso nella cultura indiana e europea, Ricettario pediatrico – il cibo dei bambini, Alimenti e Omeopatia. Il suo sito è www.teresademonte.eu. Per quel che può, cerca di proteggere i suoi piccoli pazienti dalle aggressioni e dalla brutalità della vita – e spesso anche della scuola – moderna. Continua a leggere
Il caso. Ecco la Barbie grassa: il destino del femminismo si compie in una bambola brutta – pubblicato su Barbadillo.it
Sui social le veterofemministe prendono il pezzo che annuncia il grande evento, lo condividono a manetta, se lo palleggiano neanche fosse un bel maschio di vent’anni, mentre le social media manager della pagina facebook della celebrità in questione si slanciano in meraviglie di ipocrisia digitale tipo: “Barbie sta dando inizio a un nuovo capitolo ed esplorando nuove possibilità”. Allora poi è chiaro che prendi un respiro, apri l’articolo, ingrandisci la foto e ti cascano le braccia: anche la Barbie è stata data in pasto al buonismo progressista ed ecco che la Mattel annuncia festante bambole di 3 nuove corporature, 24 nuovi ‘hairstyle’, 22 mix di colori tra occhi e capelli e, soprattutto: Curvy, Tall e Petit, ovvero la Barbie taglia forte, la spilungona e la bassina. “Le nostre bambole riflettono una visione più ampia della bellezza” continua a ripetere infervorata la social media manager di Barbie a chi fa i complimenti sulla pagina. Continua a leggere
Questionario proustiano sulla scuola #15. MASSIMO PACILIO. Guardiamo avanti nella Tradizione – pubblicato su Barbadillo.it
Il grande respiro gli viene dalla frequentazione di “moltitudini del tempo” a discapito di quelle “dello spazio”, che, messe come sono, gli fanno solo storcere il naso. René Guénon, Julius Evola e in genere i maestri della Tradizione. Massimo Pacilio è noto ai lettori ‘di destra’ per un suo saggio del ’98 (Conoscenza tradizionale e sapere profano. René Guénon critico delle scienze moderne), che sottolinea proprio le differenze tra il firmamento delle verità tradizionali e il nozionismo attuale, privo di significato, che ha abbandonato perfino l’arida limpidezza della tecnica per darsi a convulsioni sempre più arbitrarie. Ma all’arte della pedagogia Pacilio si applica da tempo anche grazie alla sua professione di insegnante, che di continuo gli fa esplodere di fronte i problemi della scuola. Le ali delle letture non mondane gli permettono però di non farsi ottundere dall’inerzia del ‘così è’ e di arrivare immediatamente al politico ‘così non deve essere’, e all’ancor più politico ‘così dovrebbe essere’. Perché il paradosso degli inattuali è che, se interrogati dal tempo, sanno essere di una puntualità nella risposta che sfiora la prodezza. Continua a leggere
Questionario proustiano sulla scuola #14. GIUSEPPE CULICCHIA. E se a scuola si leggessero buoni romanzi? – pubblicato su Barbadillo.it
Da quando, negli anni ‘90, ha portato nelle librerie Walter, il protagonista alter-ego di Tutti giù per terra, Giuseppe Culicchia ha insegnato agli italiani a guardare con sospetto i tic del mondo moderno: il suo compiacimento nevrotico per le contraddizioni, la sua religione della vanità, la sua diffidenza rabbiosa verso ciò che ha valore, la sua tristezza congenita. Ma in Culicchia non ci sono né la pesantezza del moralista né pose pedagogiche; solo un’ironia irresistibile che non si stanca di indicare la schiena nuda del re. E talento, un talento capace di infilare pagine su pagine di puro virtuosismo. Dopo libri che sono diventati quasi dei classici, come Tutti giù per terra, Il paese delle meraviglie, Paso doble, Bla bla bla, Brucia la città, vari scritti dedicati alla città di nascita, Torino è casa mia, BA-DA-BUM! (Ma la Mole no!), e alla Sicilia paterna, Sicilia, o cara, una guida ai murales di Torino, Duri e muri, una serie di confidenze amichevoli e disincantate agli aspiranti letterati, E così, vorresti fare lo scrittore, numerose traduzioni importanti – di Mark Twain, Bret Easton Ellis, F.X. Toole, Hervé Kempf, Francis Scott Fitzgerald –, Giuseppe Culicchia ha pubblicato quest’autunno il suo nuovo libro per EDT (casa editrice delle celebri Lonely Planet). My Little China Girl è un’insolita guida culinaria per orientarsi a Pechino. Tutto cominciò con la curiosità di visitare il ristorante del Partito Comunista Cinese…
Se anche voi siete tra chi si è appassionato agli scambi di bestemmie tra Attila e Zazzi, i due protagonisti adolescenti de Il paese delle meraviglie, o tra chi, all’università, ha provato lo stesso senso di straniamento di Walter, sarete curiosi di scoprire cosa ne pensi Giuseppe Culicchia dei guai e delle fortune della scuola italiana. Continua a leggere
Questionario proustiano sulla scuola #13. ROGER ABRAVANEL. La ricreazione è finita – pubblicato su Barbadillo.it
Pragmatica, intelligente, contemporanea: l’educazione di oggi, secondo Roger Abravanel, dev’essere così. Deve scuotersi di dosso le comodità che diventano inerzia e dipendenza, le conoscenze che non possono fiorire nella pratica, l’abitudine a sostituire con la memoria il ragionamento, l’iniziativa e l’approfondimento personale. La scuola, soprattutto, deve promuovere il merito e, a sua volta, cercare di migliorarsi senza tregua. Abravanel, premiato nel ’68 come il ‘più giovane ingegnere d’Italia’, dopo la laurea in ingegneria chimica, ha alle spalle una lunga carriera all’interno della società di consulenze McKinsey&Company, di cui oggi è director emeritus. È consigliere di amministrazione di aziende internazionali e italiane come Luxottica, Banca Nazionale del Lavoro, Istituto Italiano di Tecnologia. Presidente dell’Insead Council italiano, è editorialista del Corriere della Sera e ha alimentato il dibattito sui temi del lavoro, della meritocrazia e della scuola con pubblicazioni come Meritocrazia, Regole, Italia, cresci o esci. L’ultimo suo libro, La ricreazione è finita. Scegliere la scuola, trovare il lavoro, scritto a due mani con Luca D’Agnese, affronta di petto i problemi della scuola italiana di oggi, offre nuove visuali raccogliendo testimonianze di giovani che sono riusciti a mettere a frutto i propri talenti, propone soluzioni realistiche e aiuti ai genitori e ai ragazzi perché si indirizzino al meglio nella scelta del corso di studi, spiegando con che criteri valutare una scuola e come orientarsi di conseguenza. Perché i giovani e le famiglie italiane non possono lamentarsi del sistema scolastico se poi continuano a scegliere e a comportarsi in modo stereotipato. Il miglioramento di tutti (e tutto) deve partire dalla volontà e dal coraggio di ciascuno. Continua a leggere