Questionario proustiano sulla scuola #12 – DON CESARE CONTARINI. Per un nuovo umanesimo a scuola – pubblicato su Barbadillo.it

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Che Dio fosse luce lo sapevamo da sempre, ma che Dio sia agile intelligenza nel (del) mondo lo scopriamo con don Cesare Contarini, rettore del Collegio Vescovile Barbarigo di Padova e consigliere regionale della Fidae, la federazione delle scuole paritarie cattoliche. Tutto, nell’istituto che dirige (dopo quasi un ventennio di giornalismo a capo del settimanale “La Difesa del Popolo”), parla della sua grande capacità di interpretare il tempo. Anche la bella citazione di Bob Dylan sulla giovinezza, che decora il segnalibro azzurro con il calendario delle lezioni. Ma poi la scelta dei professori, lo stile nel comunicare, i problemi che vengono subito stemperati, rinunciando a coltivare la tentazione del morboso. Lo spettacolo del palazzo cinquecentesco che ospita il Barbarigo, con un chiostro che splende di palme e di alberi da frutto, non sarebbe così significativo se non ci fosse quel punto di cui il resto è espansione, come nei migliori canoni della tradizione. È qui che ritorna tutta, la tradizione: nel garbo e nella naturalezza con cui don Cesare svolge la sua funzione di rettore. Ma come le sa cavalcare lui le onde di questo presente ben pochi sanno. Ha trovato la misura giusta del chiedere e del dare. È riuscito a mettere in secondo piano le burocrazie e in primo gli studenti. Uno per uno. Li conosce come se fossero suoi familiari, perché con loro parla e quello che non gli dicono lo indovina, ma mai che se ne serva per punirli. Anzi. Se può, li aiuta, sempre. Perché per lui educare non è strapazzare la mente, ma irrobustire il cuore, e il cuore, dagli undici ai diciannove anni, si nutre del riguardo che gli viene rivolto. Misericordia, potremmo chiamarla, ma per certe orecchie di scettici suonerebbe retorico. A loro si può solo far notare – nemmeno troppo sommessamente – che l’idolo dello studio ‘matto e disperato’ ha aiutato ben pochi a vivere una vita decorosa. Che molti sono scoppiati prima. Che è più facile veder emergere nella società chi si è riservato qualche ora del tempo cruciale dell’adolescenza per capire chi era. Meglio usare questi argomenti da contabili, perché, agli scettici, si può forse parlare di stile, di estetica – o di incanto? Continua a leggere

L’ultimo anno di Babbo Natale – pubblicato su Barbadillo.it

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Non vi aspettereste certe reazioni da parte di un vecchio, lo so. Lo so come siete fatti, che ai vecchi vi piace piazzare qualche badante sugli alluci e scriverci i libri e le sceneggiature strappalacrime. D’altronde, vi conosco da quando mi chiedevate l’enciclopedia dei Quindici e i pastelli, e dopo le prime Barbie ancora bionde e le prime macchinine ancora con quattro ruote. Lo so che questa cosa vi spiazzerà molto, soprattutto perché sarò io a farla. Ma vi dico che non me ne frega più un tubo. La vulgata vuole che io sia per definizione buono e paziente. Ma quest’anno non va così, ragazzi. Mi sono definitivamente rotto. Il fatto è che io sono vecchio, certo, ma non stupido. Se c’è una cosa bella della vecchiaia è che conosci praticamente tutto, riconosci da lontano i meccanismi delle persone, vedi attraverso i vetri, i vestiti firmati, le tinte e i parrucchini (non a caso, muore giovane colui che agli dèi è caro…). Continua a leggere

Questionario proustiano sulla scuola #11. SABINO PAVONE: “Riscoprire il miracolo dell’uomo” – pubblicato su Barbadillo.it

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Pensare, sentire, volere: tre cardini dell’agire dell’uomo e tre qualità mai come oggi usurate, deprivate di energia e di senso. Quanto si è indebolito il pensiero, a forza di relativismi e abitudine alla falsità e al compromesso? Quanto è stato alterato il gusto da cose come l’estetica del brutto e il non-è-bello-ciò-che-è-bello? Quanti sono i giovani che hanno la forza di costruire qualcosa, di sentirsene responsabili?
L’educazione steineriana ha la convinzione che le tre facoltà umane del sentire, del pensare e del volere debbano crescere insieme, e non, come succede spesso, una a discapito dell’altra, e che solo dal loro sviluppo armonico possa nascere un uomo libero, autonomo nelle proprie scelte, responsabile – felice. Nelle scuole Waldorf, il primo giorno di lezione, il maestro mostra ai bambini le mani e racconta loro il miracolo dell’uomo, che nell’usarle si rivela per tale ed esprime così le proprie migliori virtù. Un riscatto della volontà, nel mondo del pensiero mentale che ha pensato fino a consumarsi e a consumare l’amore del vero.
Sabino Pavone è maestro, presidente della Libera Scuola Steiner-Waldorf Novalis e vicepresidente delle scuole steineriane in Italia. Ama ricordarci che è necessario riportare sui banchi giustizia, amore del fare e un sano idealismo. Perché, come sostenne il suo maestro Rudolph Steiner, “il senso della vita è dare senso alla vita”. Continua a leggere

Questionario proustiano sulla scuola #10 – L’artista CURZIO VIVARELLI. L’educazione ha bisogno di ali – pubblicato su Barbadillo.it

 

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Barba lunga da russo ortodosso, occhi gentili, Curzio Vivarelli è uno dei pochi artisti veri rimasti, nella notte nera dei Cattelan, delle boutade spacciate per colpi di genio, del marketing che ha esiliato le Muse. Eclettico ma mai per posa, ha un vero amore per le ali, naturali o meccaniche. Con un manuale tecnico vendutissimo in Germania, è il massimo esperto europeo di aeroplanini di carta. Scolpisce teatri pagani di carta senza paura delle increspature dell’umidità, assembla sculture di gabbiani in volo, accosta nei suoi acquerelli colori luminosissimi di gusto roerichiano, sa riformulare la lingua (esoterica per eccellenza) dell’astrattismo, insegue l’incanto di una linea “summae tenuitatis”. Pubblica con l’editore di poesia Campanotto saggi sui futuristi e gli avanguardisti russi. Cura da quasi un decennio la grafica delle copertine dei libri delle Edizioni di Ar e l’opera originale che le correda e sempre per Ar ha pubblicato un volumetto sull’arte astratta di Evola, oltre ad avere il merito di aver riproposto al pubblico italiano le pitture di Nikolaj Roerich. In giugno, a Mosca, ha esposto un ciclo di chine russo-veneziane presso la Fondazione Solgenitsin, e, dato il successo, la mostra è stata replicata un mese fa a Dresda. Ma ancora di più delle opere esposte in giro per il mondo, della mostra permanente presso la galleria d’arte “La torre” della sua città, Verona, lo inorgogliscono le riproduzioni delle copertine più belle che ha disegnato per Ar, appese nell’aula di una scuola elementare storica di Padova. Gli occhi dei bambini che si perdono nei suoi gialli, nei suoi azzurri: la critica migliore. Continua a leggere

Care femministe, la politica è donna e ha il volto di Marine e Marion Le Pen – pubblicato su Barbadillo.it

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Era chiaro che sarebbe finita così, da quando il primo maschio si è guardato allo specchio e ha deciso che aveva bisogno di un po’ di crema per il contorno occhi.
Il nuovo uomo forte dell’Europa ha sorriso smagliante, smalto perla sulle unghie e capelli platino, e alla notizia della vittoria esclama elegantemente ‘magnifique’. Continua a leggere