Tutto incominciò con la carità dei piccoli ospitali. Strutture minime, sparse un po’ in tutto il territorio di Padova, dentro e fuori dalle Mura della città, gestite da religiosi e religiose. Dentro ci potevano stare una ventina di letti ed erano aperti a malati ma anche a bisognosi di ogni tipo: poveri, anziani, solitari, viandanti. Le strutture avevano pochi mezzi, se non la vicinanza di Dio.
La medicina umana e divina dei piccoli ospitali diffusi subì un arresto nel 1509, con il grande ‘guasto’ imposto da Venezia. Mentre la Lega di Cambrai si era coalizzata contro la Serenissima per minare il suo potere, il 17 luglio Venezia aveva riconquistato Padova e intendeva rendere sicuro il suo possesso dagli attacchi nemici. Si rinforzarono le mura, si creò un profondo fossato interno dotato di trappole. E soprattutto, si cominciò a realizzare il ‘guasto’. A partire da un miglio di distanza dalla città, venne spianato tutto quello che sorgeva sopra il livello della terra e potesse costituire un riparo per i nemici: alberi, costruzioni, chiese, monasteri. Durante i quattro anni della preparazione del ‘guasto’, anche tutti gli ospitali esterni alle mura di Padova vennero abbattuti. Continua a leggere