Auguri e (altri) figli maschi – perché di figli il nostro ne conta già ben diciotto – al presidente del Sudafrica Zuma, in occasione del suo quinto matrimonio.
Sostegno (a)morale a lui contro gli strali di femmine, femminucce e femministe che gli rimproverano i suoi numerosi amori legittimi.
Parole di comfort ai politici, politichini, e politi-cisti, che sono rispettabili, loro, e hanno una famiglia. Insomma, i transessuali non se li portano mica all’altare e nemmeno le veline, ça va sans dire. Non sono cose da farsi. Non è ammesso dalla legge.
Complementi vivissimi ai monogami e ai monomaniaci, ai monologhi interiori e ai monossidi, ai monomi e ai monoteisti, alla mononucleosi e al monopoli – così troveranno compagnia e non si sentiranno più tanto mona.
Abbracci e braci agli incorruttibili, che s’indignano perché Zuma ha fatto ministro degli interni la sua prima moglie da cui ha divorziato. Loro non sono tipi da promuovere le vecchie fiamme una volta che non gliela danno più.
Sentiti rinnegamenti ai playboy sgamati per cui non occorreva che se le sposasse, tutte quelle donne, e tantomeno con i riti della propria tradizione – sono gli anni delle querimonie, questi, non lo sapete? le cerimonie sono passate di moda.
A tutti gli altri: di-stinti saluti.